Necessità di un protocollo sanitario sulla prescrizione sistematica di tamponi e test sierologici

Luisa Regimenti (ID), Lucia Vuolo (ID), Gilles Lebreton (ID), Rosanna Conte (ID), Simona Baldassarre (ID), Annalisa Tardino (ID), Silvia Sardone (ID), Matteo Adinolfi (ID), Alessandra Basso (ID), Gianna Gancia (ID), Dominique Bilde (ID), Anna Bonfrisco (ID), Elena Lizzi (ID), Paolo Borchia (ID)

La possibilità per i cittadini di accedere al tampone e ai test sierologici è lungi dall’essere omogenea negli Stati membri. Tale situazione di disparità è determinata, tra le altre cause, dalla mancanza di un protocollo sanitario comune che permetta a tutti i medici del territorio di prescrivere in maniera sistematica i tamponi necessari a riconoscere il contagio da Covid-19.

Tale mancanza di un protocollo unico o di una linea guida condivisa a livello europeo ha provocato una grande discrepanza nel numero di tamponi effettuati nei vari paesi, il che potrebbe comportare un falsamento dei dati ufficiali relativamente ai contagiati reali e dare un quadro solo in parte rappresentativo della diffusione del coronavirus. Ciò renderebbe inoltre più difficoltoso, nel decorso infettivologico più avanzato, l’approccio terapeutico, il quale peraltro è ancora scarsamente individuato e in numerosi casi – a causa dei ritardi diagnostici – si è rivelato fatale.

Può la Commissione precisare, fermo restando il rispetto delle competenze sanitarie in capo agli Stati membri, quanto segue:

1. Intende definire un protocollo sanitario di indirizzo comune per permettere a tutti i medici di prescrivere l’esame sierologico e il tampone?

2. Prevede di trasformare il gruppo di esperti Covid-19 in una task force permanente sulle epidemie virologiche, competente per formulare raccomandazioni e protocolli in caso di crisi sanitaria?

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