Crisi in Libano e corruzione

Anna Bonfrisco, Luisa Regimenti

Le manifestazioni che da settimane paralizzano il Libano e hanno portato alle dimissioni del Primo ministro Saʿd Ḥarīrī rappresentano un evento straordinario.

La popolazione libanese denuncia la corruzione quale principale causa dell’attuale crisi politica, economica e sociale. Tale malcostume pervade da anni il sistema giudiziario e la pubblica amministrazione e rappresenta un ostacolo al benessere del popolo, con effetti disastrosi sulle condizioni ambientali e sanitarie nel Paese, che affronta, tra le altre, anche una grave crisi nella gestione dei rifiuti.

In questo settore l’UE non è stata in grado di monitorare l’utilizzo dei fondi stanziati e i progetti finanziati non hanno prodotto alcun beneficio pubblico, come denunciato da diverse indagini giornalistiche.

Considerato che l’accordo di partenariato con il Libano è finalizzato a favorire stabilità, democrazia, sviluppo, trasparenza e resistenza alla corruzione, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

1  Nell’ottica di un costante dialogo con i Paesi vicini e nel rispetto della loro sovranità, come intende assistere il Libano nell’elaborazione di politiche nazionali anti-corruzione?

2  Intende procedere con la dovuta urgenza a una verifica capillare dell’utilizzo dei fondi finora concessi? Questo per scongiurare il rischio che siano utilizzati per fini diversi da quelli preposti e prevenire frodi, valutando l’eventuale congelamento dei fondi nella fase di accertamento.

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